Bullismo di e nel gruppo

da Super User
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Si parla di bullismo quando un individuo minorenne è esposto ripetutamente ad azioni aggressive da parte dei suoi compagni di classe..

Per definire tale fenomeno devono essere soddisfatte le seguenti caratteristiche:Si parla di bullismo quando un individuo minorenne è esposto ripetutamente ad azioni aggressive da parte dei suoi compagni di classe. Per definire tale fenomeno devono essere soddisfatte le seguenti caratteristiche:- Aggressività proattiva, fredda, strumentale, finalizzata, con l’obiettivo di fare male all’altro e di ottenere uno status migliore nel gruppo, di definire la propria posizione tra i pari o di farsi notare- Intenzionalità dell’azione, attacco voluto, non accidentale, non casuale- Ripetitività: reiterazione delle prepotenze- Squilibrio di potere tra vittima e bullo: il bullo è più forte fisicamente e psicologicamente mentre la vittima è vulnerabile e isolata- Mancanza di provocazione da parte della vittima.Inoltre il bullismo può essere:- Diretto: attacco esplicito, di violenza fisica (calci, pugni, spintoni) o psicologica (offese, minacce, umiliazioni, insulti)- Indiretto: diffusione di voci calunniose sul conto della vittima e suo progressivo isolamento ed esclusione dal gruppo.Esiste anche il cyber-bullismo, quella specifica forma di bullismo attuato tramite le nuove tecnologie: sms, whatsapp, e-mail, social network. Solo in parte coincide con il bullismo tradizionale: non sempre il bullo è anche cyber-bullo (lo stesso vale per la vittima e la cyber-vittima). Ci sono bambini/ ragazzi che prevaricano (e vengono prevaricati) solo attraverso le nuove tecnologie. Lo schermo funge da filtro protettivo: consente di agire comportamenti aggressivi che mai verrebbero messi in atto nella realtà come se venisse alterata la percezione di gravità dei propri gesti violenti.Ci sono delle differenze di genere: i maschi prediligono forme dirette di bullismo (aggressività fisica), mentre le femmine scelgono forme indirette, più sofisticate di attacco (aggressività verbale) che sono più difficili da scoprire e portano a minori conseguenze.Ma quali sono i protagonisti delle scene di bullismo?1) Il bullo: colui che agisce le prepotenze. Ha una forte motivazione di agency (o dominanza): il desiderio di affermarsi sugli altri, la tendenza a considerare gli altri degli strumenti per i propri fini. Autostima e ansia sono nella media. Ha una buona competenza di mentalizzazione che usa per prevaricare meglio. Si sente popolare, ammirato e temuto. Spesso viene riconosciuto come leader (negativi) nel gruppo per questo status di supremazia, superiorità e forza.2) La vittima: colui che subisce la violenza. Gode di scarsa preferenza sociale: non è ben inserita nel gruppo. Tale posizione emarginata la rende il bersaglio perfetto per il bullo. La vittima esprime sempre il disagio che subisce attraverso il comportamento non verbale, anche se spesso non riferisce quanto accade agli adulti. Infatti sono ricorrenti: incubi, mal di pancia, somatizzazioni, disaffezione dalla scuola, abbassamento del tono dell’umore, disturbi d’ansia.2) La vittima: colui che subisce la violenza. Gode di scarsa preferenza sociale: non è ben inserita nel gruppo. Tale posizione emarginata la rende il bersaglio perfetto per il bullo. La vittima esprime sempre il disagio che subisce attraverso il comportamento non verbale, anche se spesso non riferisce quanto accade agli adulti. Infatti sono ricorrenti: incubi, mal di pancia, somatizzazioni, disaffezione dalla scuola, abbassamento del tono dell’umore, disturbi d’ansia.3) L’assistente del bullo: aiuta attivamente il bullo nella prevaricazione, gli fa da spalla, partecipando alla prepotenza.4) I sostenitori del bullo: manifestano approvazione, per esempio ridendo.5) I difensori della vittima: danno supporto, aiuto, consolazione e conforto alla vittima. Sono soprattutto femmine perché hanno maggiori capacità empatiche e di comprensione emotiva.6) Gli esterni: pur sapendo cosa accade, non si fanno coinvolgere in un clima di omertà che sostanzialmente supporta il bullo.Dunque risulta chiaro che il gruppo è lo strumento attraverso cui il bullismo nasce, viene agito e mantenuto. Il bullismo è un fenomeno essenzialmente relazionale. Per queste ragioni, sono più efficaci gli interventi che coinvolgono l’intera classe: il gruppo va attivato perché intervenga ad isolare il bullo. Oltre a ciò, vanno pianificati, interventi individuali per incrementare le difese della vittima e per gestire in maniera più adeguata l’aggressività del bullo.

*immagine realizzata in collaborazione con ISS Vigano' di Merate